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Il governo ha introdotto una clausola di salvaguardia per evitare l’aumento della tassazione sulle auto aziendali a combustione e ibride, ma la misura è temporanea: resterà attiva solo fino al 30 giugno 2025. Ecco cosa cambia per le aziende e come prepararsi al post-2025.

Cosa prevede la clausola?

La norma blocca l’adeguamento automatico dei coefficienti di tassazione per il calcolo del fringe benefit, mantenendo invariati i valori del 2023. Senza questa clausola, le auto aziendali ibride, diesel e benzina avrebbero subito un rincaro fiscale fino al 15%, a causa dell’aumento dei coefficienti legati alle emissioni di CO₂.

  • Vantaggio immediato: le aziende possono calcolare con certezza i costi del benefit auto per il 2024-2025.
  • Veicoli interessati: ibridi plug-in, mild hybrid, diesel Euro 6 e benzina Euro 6d.

Perché è una misura temporanea?

La clausola è stata introdotta per:

  1. Evitare contraccolpi economici: molti settori (es. logistica, vendite) dipendono ancora da veicoli tradizionali.
  2. Dare tempo alle aziende: prepararsi alla transizione verso l’elettrico senza penalizzazioni fiscali immediate.
  3. Allinearsi all’UE: dopo il 2025, l’Italia dovrà seguire regole più stringenti sulla decarbonizzazione, rendendo inevitabili nuovi aggiustamenti.

Come viene calcolata la tassazione oggi?

Il fringe benefit si basa su:

  • Valore dell’auto (prezzo di listino + accessori).
  • Coefficiente per emissioni di CO₂:
    • Ibride plug-in: 25-35%.
    • Diesel Euro 6: 40-50%.
    • Benzina Euro 6d: 35-45%.
  • Utilizzo privato: se superiore al 50%, il benefit è tassato al 100%.

Esempio: un’auto ibrida plug-in da € 40.000 con coefficiente al 30% genera un imponibile annuo di € 12.000.

Cosa succederà dopo giugno 2025?

  • Fine della clausola: i coefficienti torneranno a crescere in base alle emissioni, penalizzando i veicoli più inquinanti.
  • Spinta all’elettrico: le auto full-electric (con coefficienti al 15-20%) diventeranno fiscalmente più convenienti.
  • Rischio contenziosi: senza una riforma strutturale, le aziende potrebbero trovarsi con costi imprevisti.

Cosa fare ora? 3 consigli per le aziende

  1. Verificare la flotta: identificare i veicoli a maggior rischio di rincaro post-2025 (es. diesel Euro 6).
  2. Pianificare la transizione: sostituire gradualmente le auto tradizionali con modelli elettrici o ibridi plug-in.
  3. Monitorare gli incentivi: sfruttare agevolazioni come ecobonus, super-ammortamenti o fondi PNRR.

Il ruolo del noleggio a lungo termine

Affidarsi a soluzioni flessibili permette di:

  • Aggiornare i veicoli ogni 3-4 anni, adeguandosi alle norme senza costi iniziali.
  • Includere manutenzione e assicurazione in un canone fisso, semplificando la gestione.
  • Testare modelli elettrici senza impegni a lungo termine.

Conclusioni
La clausola salvafiscale è un respiro per le aziende, ma non risolve il problema strutturale. Chi gestisce flotte aziendali deve usare questi 12 mesi per ripensare la propria strategia, puntando su sostenibilità e innovazione. Perché dopo il 2025, il mondo dell’auto non sarà più lo stesso.

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