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Il governo ha sospeso il decreto che avrebbe dovuto regolarizzare migliaia di autovelox in Italia, creando un limbo giuridico che rischia di paralizzare i controlli sulla velocità e moltiplicare i ricorsi degli automobilisti. Ecco cosa sta succedendo e quali sono le conseguenze per Comuni e cittadini.

Il decreto “salva-autovelox” bloccato

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha fermato il provvedimento che avrebbe considerato automaticamente omologati tutti gli autovelox installati dall’agosto 2017 in poi, ritenendoli già conformi alle nuove norme di taratura. Il problema? La maggior parte dei dispositivi italiani è pre-2017 e, senza omologazione, dovrà essere spenta entro luglio 2025.

Perché i ricorsi degli automobilisti esplodono?

La confusione nasce da un’ordinanza della Cassazione (n.10505/2024), che ha stabilito un principio chiaro:

  • Le multe sono nulle se l’autovelox è solo “approvato” e non “omologato” (come richiesto dall’articolo 142 del Codice della Strada).
  • Approvazione ≠ omologazione: i due processi sono distinti, e molti Comuni hanno utilizzato dispositivi privi del secondo requisito.

Risultato: migliaia di automobilisti hanno fatto ricorso, chiedendo l’annullamento delle sanzioni.

Cosa prevedeva il decreto (ora sospeso)?

Il testo bloccato dal MIT mirava a:

  1. Definire standard tecnici per l’omologazione, la taratura e la verifica degli autovelox.
  2. Salvare i dispositivi installati dopo il 2017, considerandoli automaticamente conformi.
  3. Evitare lo spegnimento di massa: senza il decreto, anche i Tutor autostradali (1.0 e 2.0) rischiano di essere disattivati nel 2025.

Le conseguenze del blocco

  • Vuoto normativo: nessuna certezza su quali autovelox siano validi.
  • Comuni in difficoltà: molti enti locali dovrebbero disattivare gran parte dei dispositivi, perdendo uno strumento chiave per la sicurezza stradale.
  • Costi e tempi: riomologare i vecchi autovelox richiederebbe mesi e investimenti ingenti.

Cosa succede ora?

  • Multe sotto esame: ogni contravvenzione deve essere valutata singolarmente da prefetti e giudici, con tempi lunghi e disparità di trattamento.
  • Autovelox ancora attivi: nonostante il caos normativo, i dispositivi continuano a funzionare, alimentando i ricorsi.
  • Silenzio del MIT: il Ministero ha annunciato solo la necessità di “ulteriori approfondimenti”, senza chiarire tempi o soluzioni.

Cosa possono fare gli automobilisti?

  1. Ricorrere alle multe: se l’autovelox non è omologato, la sanzione è annullabile.
  2. Verificare il dispositivo: chiedere al Comune la documentazione sull’omologazione.
  3. Aspettare sviluppi: il governo potrebbe modificare il decreto o trovare accordi con gli enti locali.

Il futuro degli autovelox è in bilico, tra esigenze di sicurezza stradale, diritti degli automobilisti e caos normativo. Una cosa è certa: finché non arriverà una legge chiara, il Far West delle multe continuerà.

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