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Dal 5 aprile 2024, gli Stati Uniti hanno reintrodotto dazi del 20% su auto, componenti e acciaio europei, una mossa voluta da Donald Trump che rischia di scatenare una guerra commerciale. Ecco i dati chiave per capire chi colpisce, quanto costa e come reagisce l’Europa.

I numeri dei dazi: cosa colpiscono e quanto pesano

  • Auto e veicoli commerciali:
    • Dazio del 20% su veicoli UE con valore superiore a €30.000, colpendo il 35% delle esportazioni europee negli USA (fonte: ACEA).
    • Modelli più esposti: BMW X5 (prezzo medio USA: €55.000), Mercedes Classe G (€70.000), Audi Q7 (€60.000).
    • Impatto stimato: +€1,2 miliardi di costi aggiuntivi per le case europee nel 2024 (stime Transport & Environment).
  • Acciaio e alluminio:
    • +20% su 4,5 milioni di tonnellate di acciaio UE esportato negli USA (dato Commissione Europea).
    • Effetto a catena: rincaro del 3-5% sui costi di produzione di auto elettriche e veicoli commerciali.
  • Altri settori:
    • Vini italiani e francesi: +20% su €800 milioni di export annuo.
    • Semiconduttori: +20% su componenti chiave per l’automotive, con possibile aumento del 2% sui prezzi finali delle auto.

Le reazioni dell’UE: contromisure e numeri della ritorsione

  • Dazi speculari: l’UE minaccia tasse del 25% su:
    • Bourbon Kentucky: €500 milioni di importazioni annue.
    • Moto Harley-Davidson: €300 milioni di importazioni.
    • Succo d’arancia Florida: €200 milioni.
  • Ricorso al WTO: l’Europa prepara un dossier per denunciare i dazi come illegittimi, sfruttando precedenti sentenze del 2021 che avevano condannato gli USA per misure analoghe.

Impatto su flotte e noleggio: i dati per le aziende

  1. Aumento costi leasing:
    • Le auto premium europee noleggiate in USA vedranno rincari fino a €150/mese (es. Mercedes Classe E).
    • Alternative: opzioni USA come Tesla Model Y (+12% di richieste nel Q1 2024) o Ford Mustang Mach-E.
  2. Ritardi nelle consegne:
    • +15 giorni medi di attesa per veicoli europei negli USA, per controlli doganali rafforzati.
  3. Riorganizzazione flotte:
    • Il 48% delle aziende USA con flotte miste sta valutando di sostituire i modelli UE con competitor asiatici (Corea del Sud, Giappone).

Perché Trump punta sull’automotive? I dati politici

  • Swing states: Michigan, Ohio e Pennsylvania (dove si producono auto USA) sono cruciali per le elezioni 2024.
  • Consenso elettorale: il 62% degli operai automobilistici USA sostiene i dazi (sondaggio Rasmussen).
  • Risposta a incentivi UE: l’Europa ha stanziato €3,2 miliardi per batterie auto elettriche, considerati “sussidi sleali” da Trump.

Cosa fare ora? Le strategie (con numeri)

  1. Diversificare fornitori:
    • Esempio: sostituire l’acciaio UE con fornitori coreani (-15% costi nonostante dazi USA del 2,5%).
  2. Noleggio flessibile:
    • Dati LeasePlan: il 34% delle flotte globali ha già sostituito veicoli UE con modelli asiatici o USA nel Q1 2024.
  3. Sfruttare hub europei:
    • Produzione in stabilimenti UE per mercato locale: la Polonia (Stellantis) e la Spagna (Volkswagen) offrono tax break del 10-12%.

Cronoprossimi passi

  • 30 maggio 2024: scadenza per la consultazione UE-USA per evitare escalation.
  • Giugno 2024: possibile approvazione contromisure UE.
  • Novembre 2024: elezioni USA, con possibile revisione dazi se Biden vince.

Conclusioni
I dazi di Trump non sono solo una stangata: sono un campanello d’allarme per chi gestisce flotte internazionali. Numeri alla mano, la strategia vincente è diversificare, puntare su veicoli non colpiti (elettrici USA o asiatici) e monitorare i negoziati. Perché in guerra commerciale, contano i dati… non le chiacchiere.

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